Ia nella pa: I webinar sono sufficienti per la trasformazione digitale?

Scopri come l'intelligenza artificiale sta cambiando la pubblica amministrazione italiana e perché la formazione deve andare oltre la teoria per un'implementazione efficace.

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  • Formez promuove webinar sull'IA nella PA, giunti alla quarta edizione.
  • Previsto aumento degli investimenti in IA nel 2025 per la PA.
  • 600.000 dipendenti pubblici andranno in pensione, l'IA può compensare.

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo i confini del possibile in ogni settore, e la Pubblica Amministrazione italiana non è esente da questa trasformazione. Il dibattito si intensifica, focalizzandosi su come l’IA possa elevare l’efficienza, la trasparenza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Un segnale tangibile di questo fermento è il ciclo di webinarLe Intelligenze Artificiali per la Pubblica Amministrazione“, una iniziativa voluta dal Ministro Zangrillo e promossa da Formez nell’ambito della Task Force sull’utilizzo dell’IA nella PA. Questi eventi, giunti alla loro quarta edizione nel novembre 2025, si pongono come un punto di riferimento per i funzionari pubblici desiderosi di navigare l’evoluzione normativa e tecnologica in atto. Tuttavia, la vera sfida risiede nel superare la fase puramente formativa, per abbracciare un’implementazione concreta, etica e trasparente dell’IA. Gli incontri proposti da Formez si articolano in tre seminari online, il cui scopo è esaminare le più recenti normative, le capacità degli strumenti di intelligenza artificiale e le loro implicazioni organizzative ed etiche per la Pubblica Amministrazione. Tali appuntamenti costituiscono altresì un’opportunità per presentare i risultati dell’Indagine sull’uso dell’IA tra i dipendenti pubblici, promossa dalla Task Force, i quali saranno poi resi noti e dibattuti con i partecipanti. Resta, però, una domanda cruciale: questi webinar sono sufficienti a preparare il terreno per un’adozione consapevole e responsabile dell’IA nella PA? L’esigenza di andare oltre la teoria si fa sempre più pressante.
Il panorama italiano è caratterizzato da una crescente consapevolezza del ruolo dell’IA nella modernizzazione della PA. Il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione rappresenta una roadmap strategica per la trasformazione digitale del Paese, con un focus specifico sull’adozione di tecnologie innovative come l’IA. L’obiettivo è quello di semplificare i processi amministrativi, migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici e promuovere una maggiore trasparenza nell’azione amministrativa. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga e disseminata di ostacoli. La frammentazione delle iniziative, la carenza di competenze specialistiche e la resistenza al cambiamento rappresentano sfide significative che devono essere affrontate con determinazione e visione strategica. La creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione, che coinvolga istituzioni, imprese, esperti e cittadini, è fondamentale per garantire un’adozione efficace e sostenibile dell’IA nella PA italiana. Nel corso del 2025, si prevede un aumento significativo degli investimenti in IA da parte della PA italiana, con una particolare attenzione alle soluzioni per l’automazione dei processi, l’analisi dei dati e la personalizzazione dei servizi. Tuttavia, è fondamentale che questi investimenti siano accompagnati da una rigorosa valutazione dei rischi e delle implicazioni etiche, al fine di garantire un utilizzo responsabile e trasparente dell’IA.

Analisi critica dei webinar e formazione

Se da un lato i webinar di Formez rappresentano un valido punto di partenza per l’alfabetizzazione sull’IA, dall’altro emerge la necessità di un approccio più pragmatico e orientato all’azione. La formazione teorica, pur necessaria, rischia di rimanere sterile se non accompagnata da iniziative concrete che consentano ai funzionari pubblici di sperimentare direttamente le potenzialità dell’IA e di confrontarsi con le sfide reali che essa comporta. L’efficacia di questi eventi formativi, quindi, deve essere valutata criticamente, individuando le aree di miglioramento e le strategie per rendere la formazione più coinvolgente e interattiva. Sessioni pratiche, laboratori e casi studio potrebbero rappresentare un valore aggiunto significativo, consentendo ai partecipanti di acquisire competenze spendibili nel contesto lavorativo.
Sarebbe utile prevedere dei moduli formativi specifici per le diverse aree della PA, tenendo conto delle peculiarità e delle esigenze di ciascun settore. Ad esempio, un modulo dedicato alla sanità potrebbe affrontare le tematiche della telemedicina, della diagnosi assistita dall’IA e della gestione dei dati sanitari, mentre un modulo dedicato alla giustizia potrebbe concentrarsi sull’utilizzo dell’IA per l’analisi dei dati giuridici, la redazione di atti e la prevenzione della criminalità. In ogni caso, è fondamentale che la formazione sia orientata alla pratica, fornendo ai partecipanti gli strumenti e le competenze necessarie per utilizzare l’IA in modo efficace e responsabile. Il decreto PA del maggio 2025 ha introdotto la figura del social media e digital manager nella PA, evidenziando la necessità di competenze specialistiche per gestire la comunicazione e l’innovazione digitale.
La Pubblica Amministrazione deve assicurare una formazione continua, ma spesso non dispone del tempo necessario per creare materiali aggiornati. L’intelligenza artificiale ha la capacità di produrre riassunti normativi, test personalizzati, dispense e contenuti e-learning, attingendo a fonti autorevoli. Un esempio concreto è una guida operativa sulla privacy, aggiornata al GDPR e alle direttive del Garante, generata ad hoc per ogni singolo ufficio. Tale metodologia non sostituisce l’istruzione tradizionale, ma la amplifica e la diffonde capillarmente. L’implementazione dell’IA nella PA richiede un cambio di mentalità, un passaggio da un approccio tradizionale e burocratico a un approccio più agile, innovativo e orientato al cittadino. I funzionari pubblici devono essere incoraggiati a sperimentare, a collaborare e a condividere le proprie conoscenze, al fine di creare una cultura dell’innovazione diffusa e partecipativa. Solo in questo modo sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dell’IA per migliorare la qualità dei servizi pubblici e rendere la PA più efficiente, trasparente e vicina ai cittadini.

Cosa ne pensi?
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  • 🤔 Forse stiamo sopravvalutando il ruolo dei webinar......
  • 💡 L'IA come strumento, non come fine ultimo... ...

Criticità, opportunità ed esempi concreti

L’adozione dell’IA nella PA non è esente da sfide e rischi. Uno dei principali è rappresentato dalla necessità di garantire un utilizzo etico e responsabile di questa tecnologia, nel rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi di non discriminazione. Algoritmi opachi e processi decisionali automatizzati potrebbero, infatti, ledere la privacy, favorire ingiustizie e minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La trasparenza degli algoritmi e dei processi decisionali automatizzati è un imperativo fondamentale. I cittadini devono avere il diritto di sapere come l’IA viene utilizzata per prendere decisioni che li riguardano e di contestare eventuali decisioni ingiuste o discriminatorie. Parallelamente, l’IA apre scenari inediti per il miglioramento dei servizi pubblici e l’ottimizzazione dell’efficienza amministrativa. L’automazione di compiti ripetitivi, l’analisi di grandi quantità di dati, la personalizzazione dei servizi e il potenziamento della comunicazione con i cittadini rappresentano solo alcune delle potenzialità offerte dall’IA.
Gli investimenti a livello nazionale nel campo dell’intelligenza artificiale hanno visto un incremento di quattro volte negli ultimi anni, concentrandosi principalmente su soluzioni di analisi dati piuttosto che sull’IA generativa. In Italia, sono stati individuati 167 progetti di IA nell’ambito della PA, molti dei quali gestiti da enti centrali come ADM e Sogei, e il numero di iniziative operative è in costante crescita dopo il rallentamento imposto dalla pandemia. Per massimizzare i benefici dell’IA e mitigare i rischi, è necessario un approccio strategico e coordinato, che coinvolga tutti gli attori interessati: istituzioni, imprese, esperti e cittadini. È fondamentale definire una governance adeguata, investire in competenze specializzate e promuovere una cultura dell’innovazione e della sperimentazione.

Sergio Talamo, Direttore Comunicazione Relazioni istituzionali e Innovazione digitale di Formez, invita a superare la dicotomia tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, proponendo una visione dell’IA come “intelligenza creativa”, un partner in grado di amplificare le capacità umane e migliorare la qualità del lavoro. In un contesto in cui circa 600.000 dipendenti pubblici andranno in pensione nei prossimi anni, l’IA può rappresentare una risorsa preziosa per compensare la perdita di competenze e garantire la continuità dei servizi. L’obiettivo primario non è rimpiazzare il personale, ma piuttosto consentire al sistema di operare con maggiore efficienza, automatizzando compiti ripetitivi e fornendo supporto alle decisioni. In sintesi, l’IA apre numerose prospettive per la Pubblica Amministrazione, sia a livello locale che nazionale. Dal miglioramento dell’efficienza e della precisione nei servizi pubblici, che include soluzioni come centralini intelligenti e la gestione automatizzata della Posta Elettronica Certificata (PEC), fino alla redazione di bozze di delibere, all’estrazione di informazioni da documenti e alla trascrizione di videoconferenze, l’intelligenza artificiale può apportare un significativo valore aggiunto. Ad esempio, è stato osservato che ChatGPT è in grado di generare bozze che rispettano lo stile normativo, partendo da un semplice comando. Allo stesso modo, l’IA può riformulare testi tecnici in linguaggio più comprensibile, adattandoli al livello di conoscenza del lettore, per creare sintesi legislative, test personalizzati, dispense e materiali didattici online. L’intelligenza artificiale permette di esaminare testi pubblicati sul web, identificare schemi ricorrenti e riassumere i punti di forza e debolezza di diverse soluzioni adottate da altre amministrazioni. Essa consente inoltre di formulare domande in linguaggio naturale e di ricevere riassunti ben argomentati, elenchi di normative, sentenze e documenti pertinenti.
Un nodo centrale, però, rimane la necessità di un cambio di mentalità.

Il divenire della PA digitale si fonderà sull’abilità di integrare l’innovazione, salvaguardando i principi costituzionali; tale futuro sarà forgiato giorno dopo giorno da manager, funzionari, tecnici e collaboratori che utilizzeranno la tecnologia come strumento, non come fine, per innalzare il livello qualitativo dell’azione amministrativa e consolidare il rapporto di fiducia con i cittadini.

Prossime sfide e governance

Le prossime sfide per l’implementazione dell’IA nella PA riguardano la necessità di competenze, coordinamento e visione. Come sottolineato da Luca Gastaldi, è fondamentale coordinare gli sforzi, definire una strategia chiara e coinvolgere i dipendenti pubblici in un processo di cambiamento che li renda protagonisti. L’amministrazione della complessità richiede cooperazione e pianificazione, ma soprattutto la capacità di valorizzare il potenziale già insito nella struttura pubblica. I dipendenti pubblici possiedono un’enorme capacità, ma è indispensabile risvegliarla, poiché è rimasta inespressa per troppo tempo. Il mancato coordinamento degli sforzi, la mancanza di una strategia chiara e la scarsa partecipazione dei dipendenti pubblici rappresentano ostacoli significativi che devono essere superati per garantire un’implementazione efficace e sostenibile dell’IA. È fondamentale creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, in cui i dipendenti pubblici si sentano coinvolti e valorizzati. Solo in questo modo sarà possibile sfruttare appieno il loro potenziale e trasformare la PA in un’organizzazione moderna, innovativa e orientata al cittadino. L’IA, dunque, è accessibile; la sfida sta nel comprendere come impiegarla al meglio. Oltre alle competenze, tuttavia, sarà necessario affrontare un aspetto cruciale. La salvaguardia della riservatezza, l’intelligibilità degli algoritmi e la difficoltà di interpretare i risultati generati da sistemi complessi rimangono questioni centrali che esigono un approccio attento e responsabile.
La necessità di una governance adeguata, di competenze specializzate e di una comunicazione efficace con i cittadini rappresenta un’ulteriore sfida da affrontare. La governance deve definire le regole e i principi per un utilizzo etico e responsabile dell’IA, garantendo la trasparenza, la responsabilità e la non discriminazione. Le competenze specializzate sono necessarie per sviluppare, implementare e gestire le soluzioni di IA, nonché per valutare i rischi e le implicazioni etiche. La comunicazione efficace con i cittadini è fondamentale per creare fiducia e consenso sull’utilizzo dell’IA, spiegando i benefici, i rischi e le garanzie. I temi che non riguardano solo la tecnologia ma la responsabilità amministrativa e la fiducia dei cittadini devono essere affrontati in modo aperto e trasparente.
In conclusione, l’introduzione dell’IA non può essere lasciata né al mero entusiasmo tecnologico né alla dispersione di iniziative locali scollegate. Al contrario, essa esige una prospettiva complessiva, una strategia a lungo termine e una leadership pubblica all’altezza della situazione. Tuttavia, prima ancora delle soluzioni puramente tecniche, è fondamentale un mutamento di prospettiva.

La fisionomia futura dell’amministrazione digitale pubblica poggerà sulla capacità di integrare l’innovazione, tutelando i principi cardine della Costituzione, e sarà costantemente modellata da dirigenti, funzionari, esperti tecnici e collaboratori che considereranno la tecnologia uno strumento, e non un obiettivo finale, per elevare la qualità dell’attività amministrativa e rafforzare il rapporto di fiducia che la lega ai cittadini.

I nostri consigli

L’articolo che abbiamo esplorato ci offre uno sguardo approfondito sulle sfide e le opportunità che l’Intelligenza Artificiale presenta per la Pubblica Amministrazione italiana. Abbiamo visto come i webinar e i corsi di formazione siano importanti per iniziare a comprendere il potenziale dell’IA, ma è fondamentale andare oltre e concentrarsi sull’implementazione pratica e responsabile.

Per i lettori interessati ad approfondire ulteriormente questo argomento, consigliamo di partecipare a eventi e workshop dedicati all’IA nella PA. Questi eventi offrono l’opportunità di confrontarsi con esperti del settore, condividere esperienze e scoprire le ultime tendenze.

Un consiglio per i partecipanti occasionali è di cercare eventi che offrano un approccio pratico e interattivo, con sessioni di laboratorio e casi studio. In questo modo, sarà possibile acquisire competenze concrete e capire come l’IA può essere applicata al proprio contesto lavorativo.

Per gli appassionati, consigliamo di seguire i canali social e i blog dedicati all’IA nella PA, per rimanere aggiornati sulle ultime novità e partecipare alle discussioni online.

La riflessione che vi lasciamo è questa: l’IA rappresenta un’opportunità straordinaria per trasformare la PA e migliorare i servizi pubblici, ma è fondamentale affrontarla con consapevolezza e responsabilità, mettendo al centro i bisogni e i diritti dei cittadini. La tecnologia deve essere uno strumento al servizio dell’uomo, e non viceversa.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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Autore virtuale che seleziona e scrive le notizie redazionali. Per sapere chi ha addestrato questo bot puoi andare sulla pagina "chi siamo" di Bullet Network.

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