Fiere digitali e corsi online: sono davvero utili per l’export?

un'analisi approfondita rivela luci e ombre delle iniziative digitali per il 'made in italy', esplorando come superare le criticità per un successo concreto sui mercati internazionali.

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  • il 75% delle pmi italiane considera le fiere fondamentali.
  • surplus pre-covid: +6,9% della crescita settoriale (4,3 miliardi €).
  • +56 miliardi € con 4150 nuove pmi agli eventi.

Il “Made in Italy” è un marchio di prestigio globale, sinonimo di qualità, innovazione e tradizione. Tuttavia, l’avvento delle fiere digitali e dei corsi online per l’export ha sollevato interrogativi sulla loro reale efficacia nel promuovere e sostenere le eccellenze italiane sui mercati internazionali. Cerchiamo di capire se le promesse del digitale si traducono in risultati concreti per le Pmi italiane.

Il panorama delle fiere digitali: luci e ombre

Le fiere digitali sono emerse come una risposta all’esigenza di mantenere attivi i canali commerciali durante periodi di restrizioni agli eventi fisici. L’idea di trasferire l’esperienza fieristica su una piattaforma online prometteva di abbattere barriere geografiche e di ampliare le opportunità di networking per le aziende italiane. Tuttavia, l’esperienza concreta ha spesso rivelato delle criticità. Uno dei principali ostacoli risiede nella difficoltà di ricreare l’atmosfera unica delle fiere tradizionali, dove il contatto umano e la possibilità di interagire direttamente con i prodotti giocano un ruolo fondamentale. Gli stand virtuali, pur offrendo una vetrina per le aziende, raramente riescono a trasmettere l’emozione e l’esperienza sensoriale che caratterizzano il “Made in Italy“.

Un altro aspetto da considerare è la qualità delle piattaforme digitali utilizzate. Molte aziende lamentano la complessità e la scarsa intuitività di queste piattaforme, che spesso risultano inadatte a raggiungere un pubblico ampio e diversificato. La mancanza di personalizzazione e l’uniformità degli stand virtuali possono penalizzare le aziende più piccole, che faticano a distinguersi dai competitor più grandi e strutturati. Inoltre, la mancanza di interazione diretta con i visitatori rende difficile stabilire relazioni di fiducia e avviare trattative commerciali proficue.

Nonostante queste criticità, le fiere digitali offrono anche dei vantaggi. Ad esempio, consentono di ridurre i costi di partecipazione e di raggiungere un pubblico più ampio rispetto alle fiere tradizionali. Inoltre, offrono la possibilità di raccogliere dati e informazioni sui visitatori, che possono essere utilizzati per migliorare le strategie di marketing e di vendita. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale delle fiere digitali, è necessario superare le criticità esistenti e adottare un approccio più strategico e orientato al risultato.

Le fiere, in passato, avevano una funzione prettamente commerciale. Le aziende vi partecipavano con l’obiettivo di trovare nuovi clienti e di consolidare i rapporti con quelli esistenti. Oggi, invece, le fiere devono evolversi per diventare dei momenti di relazione, di aggiornamento professionale e di networking. Le imprese devono riconoscere che la mera esposizione, con la speranza di attrarre il maggior numero di clienti nello stand, non basta più. In questa era caratterizzata da un’intensa concorrenza e una maggiore facilità di accesso e connessione agli eventi internazionali, è cruciale che ogni dettaglio sia curato con la massima attenzione. Il 75% delle Pmi italiane considera ancora le fiere come uno strumento fondamentale di sviluppo, ma è necessario un cambio di mentalità per sfruttare appieno il loro potenziale.

Per far conoscere all’estero brand e prodotti, la fiera deve digitalizzarsi, presidiando anche il canale web e trasformandosi in un marketplace. I potenziali acquirenti avranno la possibilità di reperire informazioni sui partecipanti in anticipo, esaminare le offerte e selezionare quali fornitori visitare, ottimizzando così la loro esperienza in fiera e riducendo il tempo e l’impegno richiesti.

La Fiera di Francoforte, con un cospicuo investimento nella modernizzazione delle proprie aree espositive, l’implementazione di un Wi-Fi potenziato, l’eliminazione delle code tramite e-ticketing, una segnaletica digitale percorsi interni e un sistema efficace di business matching, si pone come modello ispiratore per altre realtà fieristiche.

Le aziende necessitano di definire una strategia digitale che includa una presenza online pre-evento, sia attraverso le piattaforme digitali della fiera (che solitamente facilitano l’incontro tra visitatori ed espositori, la presentazione di offerte e prodotti, e la pianificazione di appuntamenti in fiera), sia tramite il proprio sito web o profilo LinkedIn. Questo è fondamentale perché chiunque intenda fissare un appuntamento o entrare in contatto con l’azienda cercherà informazioni online, rendendo indispensabile che l’impresa sia pronta a essere trovata e a comunicare la propria offerta in modo ottimale.

Il surplus economico generato dalle imprese grazie all’esperienza fieristica nell’immediato periodo pre-Covid (considerando gli anni dal 2012 al 2019) ammonta al 6,9% della crescita settoriale, equivalente a 4,3 miliardi di euro.

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  • 🤔 Non sono del tutto convinto dell'efficacia di questi strumenti... ...
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Corsi online per l’export: un’opportunità da non sprecare

I corsi online per l’export rappresentano un’opportunità preziosa per le Pmi italiane che desiderano acquisire le competenze necessarie per affrontare i mercati internazionali. Tuttavia, anche in questo caso, è necessario superare alcune criticità per garantire che questi corsi raggiungano il loro pieno potenziale. Uno dei principali problemi risiede nella mancanza di un approccio pratico e personalizzato. Molti corsi si concentrano su concetti teorici e modelli generici, senza tenere conto delle specificità dei diversi settori merceologici e delle esigenze concrete delle imprese. La mancanza di casi studio reali e di testimonianze di successo rende difficile per i partecipanti trasferire le conoscenze acquisite nella pratica.

Inoltre, la mancanza di interazione tra i partecipanti e con i docenti può limitare l’efficacia dei corsi online. La possibilità di porre domande, di condividere esperienze e di ricevere feedback personalizzati è fondamentale per favorire l’apprendimento e per creare un senso di comunità. Per superare queste criticità, è necessario adottare un approccio più interattivo e partecipativo, che preveda l’utilizzo di strumenti di collaborazione online, la realizzazione di esercitazioni pratiche e la creazione di forum di discussione.

Nonostante queste criticità, i corsi online per l’export offrono anche dei vantaggi significativi. Ad esempio, consentono di ridurre i costi di formazione e di raggiungere un pubblico più ampio rispetto ai corsi tradizionali. Inoltre, offrono la possibilità di personalizzare il percorso di apprendimento e di adattarlo alle proprie esigenze e ai propri ritmi. Per sfruttare appieno il potenziale dei corsi online per l’export, è necessario superare le criticità esistenti e adottare un approccio più strategico e orientato al risultato. Perchè spesso c’è una eccessiva teoricità e scarsa applicabilità pratica. I corsi si concentrano su concetti astratti e modelli generici, senza considerare le esigenze concrete delle imprese. La mancanza di supporto personalizzato e di opportunità di networking tra i partecipanti riduce l’impatto reale sulla capacità di export delle Pmi.

È imprescindibile che l’organizzatore agisca non solo come fornitore di spazi per incontri B2B, ma soprattutto come catalizzatore nel processo di comunicazione delle PMI, supportandole nell’ardua impresa di comprendere le specificità dei vari mercati per poter adattare prodotti e servizi ai desideri, gusti e necessità dei consumatori locali.

Modelli di successo internazionali: un’ispirazione per l’italia

Per migliorare l’efficacia delle fiere digitali e dei corsi online per l’export, è utile guardare ai modelli di successo internazionali. Alcune fiere digitali si sono distinte per la loro capacità di creare esperienze immersive e coinvolgenti, grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate come la realtà virtuale e la realtà aumentata. Altri corsi online si sono rivelati particolarmente efficaci grazie alla loro focalizzazione su casi studio concreti, alla presenza di mentor esperti e alla creazione di community online in cui i partecipanti possono scambiarsi consigli e best practice. L’Italia può trarre ispirazione da questi modelli per sviluppare iniziative digitali più efficaci e adatte alle esigenze delle Pmi italiane.

Per esempio, alcune fiere hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità del digitale, offrendo ai visitatori la possibilità di esplorare virtualmente gli stand, di interagire con gli espositori tramite videochiamate e chat, e di partecipare a eventi e workshop online. Altri corsi online hanno adottato un approccio più pratico e personalizzato, offrendo ai partecipanti la possibilità di lavorare su progetti reali, di ricevere feedback personalizzati dai docenti, e di entrare in contatto con altri professionisti del settore. Questi modelli di successo dimostrano che è possibile creare esperienze digitali efficaci e coinvolgenti, a patto di adottare un approccio strategico e di investire nella qualità dei contenuti e delle tecnologie utilizzate.

Un esempio virtuoso è dato dalla Fiera di Francoforte che ha investito risorse considerevoli per la modernizzazione dei suoi spazi espositivi. L’implementazione di un wi-fi ad alta velocità, l’eliminazione delle code agli ingressi attraverso sistemi di bigliettazione elettronica, una segnaletica digitale interna intuitiva e un sistema efficiente di business matching, la rendono un modello da emulare per le altre realtà fieristiche. Le aziende che desiderano partecipare a una fiera, devono impostare una strategia digitale che prevede una presenza online prima, durante e dopo l’evento. La lead generation e la gestione dei contatti sono elementi fondamentali per massimizzare il ritorno sull’investimento. Sebbene l’incontro diretto tra acquirenti e fornitori sia irrinunciabile, esso sarà preceduto dalla raccolta di informazioni preliminari sul web, attraverso la piattaforma online della fiera, preferibilmente accessibile tutto l’anno. In questo modo, l’incontro non sarà lasciato al caso, ma programmato con anticipo per ottimizzarne l’efficacia.

È importante sottolineare che la digitalizzazione non deve essere vista come una sostituzione delle fiere tradizionali, ma come un’integrazione. Le fiere tradizionali rimangono un’occasione preziosa per incontrare di persona i clienti e i partner, per toccare con mano i prodotti e per vivere l’atmosfera unica del “Made in Italy“. Tuttavia, le fiere digitali possono rappresentare un valido complemento, offrendo la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio, di ridurre i costi di partecipazione e di raccogliere dati e informazioni sui visitatori. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema integrato in cui le fiere tradizionali e le fiere digitali si supportano a vicenda, offrendo alle aziende italiane un’ampia gamma di opportunità per promuovere il loro business sui mercati internazionali.

In futuro, si prospetta un’ulteriore accelerazione della crescita qualora anche le PMI con un fatturato medio di 15 milioni di euro decidessero di partecipare a eventi internazionali, sia in Italia che all’estero. L’adesione di 4150 nuove piccole e medie realtà alle manifestazioni fieristiche genererebbe un beneficio aggiuntivo di un ulteriore +0,6% sull’incremento complessivo del fatturato dei tre settori, traducendosi in +56 miliardi di euro, con un aumento imputabile esclusivamente alla partecipazione fieristica che raggiungerebbe i +5,7 miliardi di euro, anziché 3,1. I comparti tecnologici (meccanica, elettronica, elettrotecnica, aerospazio e affini) beneficerebbero maggiormente, concludendo il 2026 con +39 miliardi di euro nei volumi d’affari, seguiti dal settore agroalimentare con +20 miliardi.

I nostri consigli

In definitiva, le fiere digitali e i corsi online per l’export rappresentano un’opportunità importante per le aziende italiane, ma è fondamentale affrontarle con un approccio strategico e orientato al risultato. È necessario investire nella qualità dei contenuti e delle tecnologie utilizzate, creare esperienze coinvolgenti e personalizzate, e promuovere la collaborazione tra tutti gli attori del settore. Solo così sarà possibile sfruttare appieno il potenziale del digitale per promuovere il “Made in Italy” sui mercati internazionali.

Un consiglio per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo? Non perdete l’occasione di partecipare a eventi come il “We Make Future“, un festival internazionale sull’innovazione digitale che offre un’ampia panoramica sulle ultime tendenze e tecnologie nel settore. E per gli appassionati, suggeriamo di approfondire le tematiche legate al “Digital Export Management“, una figura professionale sempre più richiesta dalle aziende che operano sui mercati internazionali. Questi eventi e percorsi formativi rappresentano un’occasione unica per ampliare le proprie conoscenze, entrare in contatto con altri professionisti del settore e scoprire nuove opportunità di business.


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