Come il linguaggio inclusivo può trasformare il tuo ambiente di lavoro?

Scopri come il progetto GENERIamo cultura di Confindustria Vicenza utilizza il linguaggio inclusivo per promuovere la parità di genere nelle aziende.

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  • Il progetto GENERIamo cultura di Confindustria Vicenza promuove un webinar sul linguaggio inclusivo il 27 giugno 2024.
  • Relatori esperti come Mirta Corrà e Alessandra Plichero discuteranno il linguaggio neutro e le pratiche di comunicazione inclusiva.
  • La Provincia di Pesaro ha introdotto un 'Prontuario per un linguaggio che valorizza le differenze' per contrastare gli stereotipi di genere.

La parità di genere passa attraverso un linguaggio inclusivo, che richiede attenzione alle parole per promuovere un cambiamento sociale e culturale nelle aziende e nelle istituzioni. Il linguaggio è uno strumento importante per combattere e prevenire la discriminazione nei luoghi di lavoro. È necessario evitare stereotipi e discriminazioni nella comunicazione aziendale, allineandola ai valori degli stakeholder. Confindustria Vicenza, in collaborazione con la Camera di Commercio di Vicenza, ha lanciato il progetto GENERIamo cultura, supportato dalla Commissione Nazionale per le Pari Opportunità di Federmeccanica. Questo progetto include un webinar intitolato “Il linguaggio inclusivo come strumento di comunicazione”, che si terrà giovedì 27 giugno 2024 dalle 16:30 alle 17:30.

L’evento sarà introdotto da Nicole Tassotti, Presidente del Comitato Piccola Impresa e delegata alla Parità di Genere di Confindustria Vicenza. Tra i relatori, Mirta Corrà, avvocata del Foro di Vicenza, discuterà il tema del linguaggio neutro e il principio di non discriminazione nella comunicazione delle organizzazioni. Alessandra Plichero, consulente di comunicazione e relazioni pubbliche, parlerà dei principi e delle pratiche di comunicazione inclusiva per le imprese. La partecipazione è gratuita e l’iscrizione avviene tramite un modulo online. Il webinar sarà trasmesso in diretta sulle pagine social di Confindustria Vicenza, inclusi LinkedIn e YouTube.

L’importanza di insegnare un linguaggio inclusivo

Quanto si parla di linguaggio inclusivo nelle scuole e in classe? La consapevolezza del ruolo delle pratiche linguistiche nel creare relazioni e ambienti di apprendimento è cruciale. La didattica si concentra su tre aspetti: correttezza grammaticale, registro linguistico e appropriatezza della terminologia. Tuttavia, la comunicazione è molto più di questo. Attraverso le parole, non solo passiamo informazioni, ma creiamo e curiamo relazioni interpersonali, fornendo visioni prospettiche sul mondo e filtrando esperienze ed eventi entro rimandi semantici.

Grazie alle politiche di “Diversity & Inclusion”, oggi si sente parlare di “linguaggio inclusivo”. Spesso, questo discorso è riportato all’interno di un dibattito polarizzato che richiede di schierarsi o a favore o contro. Frasi come “C’è altro di cui occuparsi” o “I diritti non si ottengono con le parole” sono formulazioni ricorrenti che spingono a ignorare la performatività linguistica. Ma che cos’è il “linguaggio inclusivo”? Non si tratta di una variante settoriale dell’italiano, ma di un approccio alla comunicazione che presta attenzione alle persone all’interno del discorso, evitando comportamenti sessisti e stigmatizzanti.

Il “linguaggio inclusivo” è l’evoluzione della prospettiva di analisi del “linguaggio di genere”, frutto degli studi sul “sessismo linguistico” introdotti da Alma Sabatini con la sua opera “Il sessismo nella lingua italiana” (1987). Sabatini evidenziava come la lingua italiana fosse bistrattata grammaticalmente per adeguarsi al sessismo che impregnava la società degli anni Ottanta. Testi analizzati, dagli annunci di lavoro agli articoli giornalistici, registravano un’asimmetria tra maschili e femminili sia quantitativa che qualitativa, rispecchiando un contesto socio-culturale italiano dell’epoca.

Strategie linguistiche per superare il binarismo

L’italiano è una lingua storico-naturale flessiva che utilizza il meccanismo di sostituzione della parte finale della parola (morfema flessionale) per l’indicazione di genere e numero. Quando si parla di persone, in italiano non esistono espressioni o parole neutre; dobbiamo declinare al maschile o al femminile. Nell’ambito dell’attivismo (non solo LGBTQ+), si ricorre a strategie linguistiche per superare il binarismo di genere della grammatica tradizionale. Tra queste strategie, troviamo l’uso della schwa (-ə) e del grafema per il plurale (-з), o l’asterisco (-u).

Questi cambiamenti, già in atto, si intrecciano con istanze politiche e sociali. Non si tratta di semplici dubbi ortografici, ma di parole connesse a corpi che creano relazioni, alimentano diritti, cura e attenzione, e determinano cancellazioni, oppressioni e discriminazioni. A scuola, raramente si dedica tempo alla riflessione metalinguistica sui cambiamenti nella lingua in un’ottica di genere. È essenziale indagare quanto “inclusivamente” si comunica a scuola.

Le linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del Ministero dell’Istruzione e del Merito (2018) non hanno ancora raggiunto una diffusa comunicazione istituzionale. È raro sentire nominare ragazze, studiose, alunne, bambine, scolare, dirigenti e coordinatrici. Espressioni inglobate nei maschili sovraestesi dominano i discorsi, rafforzando le “gabbie di genere”. È importante diventare consapevoli del significato e dell’impatto dei propri atti linguistici e comprendere il proprio posizionamento nella rete complessa delle situazioni e delle caratteristiche individuali.

Il Prontuario per un linguaggio inclusivo

Nella settimana della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Provincia di Pesaro ha introdotto il “Prontuario per un linguaggio che valorizza le differenze”. Questo documento, realizzato in collaborazione con Creo, fa parte del progetto formativo “Le parole creano la realtà”. Si rivolge al personale dell’Ente per contrastare gli stereotipi e promuovere l’uso di un linguaggio inclusivo e rispettoso del genere. Il presidente Giuseppe Paolini ha sottolineato l’importanza di adottare linee guida linguistiche per eliminare le discriminazioni negli atti amministrativi, nella documentazione, nella modulistica e nella comunicazione istituzionale.

Il direttore generale Marco Domenicucci ha ricordato che la Provincia si occupa di linguaggio inclusivo da tempo. Due anni fa, sono state organizzate le prime giornate formative “Le parole non dette. Linguaggio e stereotipi di genere”, curate da Creo e con la partecipazione della sociolinguista Vera Gheno. Questo ha dato vita all’attuale progetto “Le parole creano la realtà”. La stesura del prontuario è il risultato di una progettazione partecipata, iniziata con una cabina di regia e il coinvolgimento del personale dell’Ente.

La consigliera provinciale con delega alle pari opportunità, Chiara Panicali, ha sottolineato che è possibile attivare un rinnovamento linguistico che incida su abitudini sociali e modelli culturali superati. La Provincia ha una lunga storia sulle pari opportunità e promuove la diffusione della cultura di genere e politiche di sviluppo sociale inclusive. L’Ente promuove le pari opportunità attraverso flessibilità nell’orario, conciliazione dei tempi di vita e lavoro, opportunità di prestazioni lavorative a distanza e percorsi formativi specifici. L’istituzione del Comitato unico di garanzia per le pari opportunità (Cug), il codice etico e la nomina della consigliera di fiducia sono esempi concreti di questo impegno.

I nostri consigli

Per chi è interessato a partecipare occasionalmente a eventi correlati al tema del linguaggio inclusivo, consigliamo di seguire il webinar organizzato da Confindustria Vicenza il 27 giugno 2024. Questo evento rappresenta un’ottima opportunità per comprendere meglio le dinamiche del linguaggio inclusivo e il suo impatto nelle organizzazioni.

Per gli appassionati, suggeriamo di partecipare alla lectio magistralis di Vera Gheno sul tema “Le parole creano realtà?”, che si terrà il 28 novembre presso la sala Pierangeli della Provincia di Pesaro. Questo evento offrirà una riflessione approfondita sull’importanza del linguaggio inclusivo e sulle sue implicazioni socioculturali.

In conclusione, il linguaggio inclusivo non è solo una questione di correttezza grammaticale, ma un potente strumento di cambiamento sociale. Adottare un linguaggio che rispetti e valorizzi tutte le diversità è un passo fondamentale verso una società più equa e inclusiva. Ricordiamo che le parole hanno un impatto significativo sulle nostre percezioni e relazioni, e utilizzarle con consapevolezza può contribuire a creare un ambiente più rispettoso e accogliente per tutti.


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